mercoledì 11 febbraio 2009

Netsuke, sculture in palmo di mano: 12/11/08-15/03/09 (evento)

Buon lunedì a tutti!
Spero abbiate trascorso un piacevole fine settimana!

(si lo ammetto sono in ritardo di ben 2 giorni per la pubblicazione!
こめなさい!!! Gianluigi)

Io ne ho approfittato per documentarmi su una mostra che desidero tanto visitare:

Netsuke: sculture in palmo di mano

Trovo stupendo il titolo scelto per questa esposizione: un ossimoro estremamente puntuale che riesce a condensare le caratteristiche principali dei Netsuke: il loro valore artistico e la loro minuscola dimensione. 366 sono gli esemplari di cui si compone la raccolta, esempio unico nel contesto italiano, presentata dal Museo Poldi Pezzoli e visitabile fino al 15 marzo 2009.
La collezione di Giacinto Ubaldo Lanfranchi, giunta al museo per legato testamentario nel 2005, è arricchita da circa settanta pezzi di straordinaria qualità, provenienti da collezioni private italiane e dal Linden-Museum di Stoccarda.

Lasciamoci catturare dalla magia di questi minuscoli oggetti, scoprendo insieme la loro storia!

Le origini dei Netsuke, parola che letteralmente significa “radice che fissa”, vanno individuate in Cina dove venivano adoperati per legare alla cintura il proprio sigillo personale; incominciarono ad essere utilizzati in Giappone a partire dal XV secolo, ma soltanto nel XVII secolo, contemporaneamente all’instaurarsi del governo degli Shogun Tokugawa (1603 – 1867), si registrò la massima fioritura dell’arte ad essi legata.
In origine misuravano all’incirca 5 cm, erano semplici pezzi di legno (specialmente bosso, cipresso, sandalo, ebano, ciliegio) scolpiti grossolanamente o bambù non decorato. Erano concepiti per far fronte ad un’esigenza di carattere pratico: dato che il Kimono giapponese era privo di tasche, gli uomini utilizzavano i Netsuke come “aggancio” per fermare dei contenitori (solitamente i Sagemono, scatolette in legno laccato usate per riporre cosmetici, monete, medicine, inchiostro e pennelli, pipe e tabacco, sigilli. I contenitori assumevano nomi diversi a seconda di ciò che contenevano) alla fascia del kimono, chiamata Obi. I Sagemono erano appesi ad una cordicella di seta che veniva passata dietro l’Obi il quale teneva chiuso il Kimono. I Netsuke, sempre ben levigati in modo da non rovinare la seta dell’ Obi, erano attaccati all’altro capo della cordicella e facevano da contrappeso, impedendo che la cordicella scivolasse dalla cintura. I materiali maggiormente utilizzati furono il legno e l’avorio, mentre per quanto riguarda i metalli il ferro, l’ottone, il bronzo, l’argento e l’oro decorato. In ottone furono prodotti i Netsuke utilizzati per contenere il tabacco appena fumato.
Da oggetto funzionale, caratterizzato da una forma arrotondata e da una lavorazione levigata e compatta, il Netsuke diventa presto un pezzo da collezione, come mostrano le lavorazioni a traforo, i disegni ingegnosi, la scelta di materiali pregiati ma meno resistenti.
Questo cambiamento si verificò nella seconda metà ell’Ottocento circa, quando, con l’arrivo degli Occidentali, i giapponesi rinunciarono ai loro costumi tradizionali per adottare quelli stranieri. I Netsuke persero dunque la loro funzione pratica per diventare oggetto di attenzione dei collezionisti europei e statunitensi, i quali diedero vita a raccolte prestigiose. La spinta verso la creazione di forme sempre più ricercate fu data anche dalla classe emergente dei mercanti, i quali suggerirono agli intagliatori di Netsuke una maggiore ricercatezza delle forme.
I mercanti infatti erano in competizione con i samurai, mentre i samurai esibivano le loro meravigliose spade, i mercanti sfoggiavano Netsuke sempre più raffinati, trasformando così questo accessorio di abbigliamento in oggetto da collezione.
Vi sono diversi tipi di Netsuke, quelli più comuni sono i Katabori, sculture realistiche o immaginarie che riproducono svariati soggetti: uomini, animali, insetti, fiori. Il più grande scultore di Katabori del XVIII secolo è Izumiya Tomodata della Scuola di Kyoto, invece nel XIX secolo si distinsero Kaigyokusai Masatsugu della Scuola di Osaka e Ikkan della Scuola di Nagoya.
Il percorso espositivo del museo Poldi Pezzoli è articolato in base a due grandi filoni tematici a cui si possono ricondurre i temi rappresentati dai Netsuke: la Figura Umana e la Natura. Le piccole sculture, infatti, si susseguono in una sorprendente varietà di soggetti che rappresentano creature fantastiche, esseri sovrumani, divinità dagli straordinari poteri magici, ma anche personaggi ispirati alla mitologia, alla storia, ai racconti popolari, alla letteratura, al teatro, alla vita quotidiana a cui si uniscono animali viventi e fantastici, animali dello zodiaco, fiori, piante, frutti o ortaggi (e molto altro!).
Nell’ambito dei temi legati alla Figura Umana ben rappresentato nella raccolta è il tema dello straniero. Portoghesi, olandesi, cinesi, abitanti delle isole dell’Oceano Pacifico erano per i giapponesi del tempo creature esotiche che solo pochi potevano aver visto dal vero. Gli intagliatori li raffigurarono allora con grandi nasi, occhi strabuzzati, capelli lunghi e ricci, pelle scura e gambe pelose oppure con abbigliamenti stravaganti.
Nell’affollato mondo dei Netsuke dedicati alla Natura, uno dei temi che ha dato vita a pezzi spettacolari è quello della flora: le singole specie di vegetali rimandavano a significati simbolici, spesso riguardanti delle stagioni e il fluire dei ritmi naturali nell’arco dei dodici mesi.
La mostra è curata da Francesco Morena, studioso di arte dell’Estremo Oriente, e coordinata da Andrea Di Lorenzo, conservatore del Museo Poldi Pezzoli. Il comitato scientifico è costituito da alcuni dei principali esperti del settore sia in Italia che all’estero.
Spero di aver suscitato la vostra curiosità nei confronti di queste piccole, grandi sculture!

Chi viene con me a visitare la mostra?

In sintesi:
Netsuke: sculture in palmo di mano

La raccolta Lanfranchi e opere da prestigiose collezioni internazionali

Museo Poldi Pezzoli
Via Manzoni 12, Milano

Dal 14 Novembre 2008 fino al 15 Marzo 2009

Orari:
Da martedì a domenica ore 10.00 – 18.00
Lunedì chiuso.

Biglietti:
Adulti: Euro 8,00
Ridotto: Euro 5,50

Per informazioni:
Telefono: (+39)02794889 / (+39)02796334
Internet: www.museopoldipezzoli.it
Un ringraziamento particolare all’Associazione culturale Giappone in Italia e a Monica A. Rossi per l’articolo sui Netsuke pubblicato dalla rivista Pagine Zen.
じゃあね

Michela

1 commento:

Maurizio Spagna ha detto...

VOLAMI VIA e AMA
…incontriAMO del poeta,
l’amore e il ricordo dell’anima che pietrifica l’essenza dell’assenza…


Volami via
volami via e ama
nel palmo di un altro
e porta parole plasmate
poi accompagnate.

Un filo d’aria unisce
un batter d’ali al cuore
quel filo d’aria che cosparge
il cuore caldo
di un cuore svuotato
quel filo d’aria
che è contorsionista
e si perde nell’azzurra
aderenza di una vista…
Conscio di un amore inconscio
ed involato via.

Incrocia il nostro destino…
E spezzati lo strato amato!

Volami via
volami via e ama
porta chi sei
nel cuore di un altro
e accompagnati
di parole amate
nel soffio di un battito
di mani accaldate.

Incrocia il tuo destino
ama, amati e saziati!
E se nel risveglio
mi risenti liscio al cuore
magari voltati
ma volami via e ama.

Incrocia il tuo destino
e raggiungi spianate…
Di nuovi amori.

di Maurizio Spagna
www.ilrotoversi.com
info@ilrotoversi.com
L’ideatore
paroliere, scrittore e poeta al leggìo-