mercoledì 22 aprile 2009

Toko Shinoda - La linea e lo spazio: 11/03/09-5/04/09 (evento)

Buongiorno a tutti

Da quanto tempo!

La settimana scorsa è stata piuttosto impegnativa, ma domenica sono riuscita a ritagliarmi un po’ di tempo e, sfogliando l’agenda dove appunto i numerosissimi eventi in corso che riguardano l’affascinante cultura giapponese, ne ho scovato uno che poteva fare al caso mio.
La mia meta: la Triennale di Milano, un moderno spazio espositivo vicinissimo al Parco Sempione.
Si tratta di una mostra di pittura inaugurata l’11 marzo; è la prima volta che vengono esposte in Italia le opere dell’artista nipponica: Toko Shinoda, una minuta ed elegante signora nata nel lontano 1913!
È proprio il caso di dire: novant’anni e non sentirli!

Dall’11 Marzo al 5 Aprile 2009

Toko Shinoda: La linea e lo spazio

L’esposizione, organizzata in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, l’Istituto Giapponese di Cultura in Roma (dove è stata ospitata la mostra dal 6/02 al 3/03/09) e la Triennale di Milano, presenta le opere di una delle più famose pittrici viventi di sumi-e (questo termine giapponese significa “inchiostro nero” Sumi; e “pittura” E. Si tratta di uno stile pittorico monocromatico dell’Estremo Oriente che utilizza solo inchiostro nero in varie concentrazioni. Questa tecnica nacque in Cina tra il 618 e il 907, fu introdotta in Giappone a metà del XIV secolo da alcuni monaci buddisti zen).
Nata nel 1913, Toko Shinoda dall’età di sei anni fu iniziata alla calligrafia, disciplina che l’ha sempre portata a preferire le tonalità del grigio e del nero su ampi spazi bianchi. A scuola era un’alunna impaziente e, data la sua esuberante personalità, si stancò ben presto del rigido insegnamento della calligrafia tradizionale cominciando a dedicarsi all’improvvisazione regolata però da una ferrea auto-disciplina.
Così si descrive la pittrice: "Divenni sempre più interessata a come i caratteri si erano sviluppati nel tempo piuttosto che a come venivano scritti".
Toko Shinoda ha sempre perseguito il proprio ideale di bellezza e le sue opere sottolineano la sua costante volontà di creare un equilibrio tra tradizione ‒ le influenze della tradizione nelle sue opere restano evidenti particolarmente nell’uso del sumi e degli antichi inchiostri indiani dalle sfumature di rosso cinabro che donano ai suoi caratteri delle atmosfere suggestive ma decise ‒ e modernità che non accetta compromessi e trae origine dalla sua personale percezione dello spazio.
Pulizia formale, essenzialità, leggerezza compositiva; lei, unica donna in un mondo dominato da secoli di cultura maschile, rompeva gli schemi del passato con tratti sicuri del suo pennello. Lo immergeva nell’inchiostro della tradizione e lo usava per guardare avanti, spingendo lo sguardo verso altri mondi, altri universi mentali e spirituali.
L’artista emerse all’interno della movimentata scena artistica newyorkese tra gli anni ’60 e ’70, quando fu scoperta dalla famosa commerciante d’arte Betty Parsons. Da quel momento in poi i suoi quadri sono stati esposti accanto a quelli di artisti del calibro di Mark Rothko e Jackson Pollock.

I suoi lavori esprimono gusto per la simmetria e pongono forte attenzione al contrasto e all’equilibrio dei vari elementi della composizione: spazi pieni e spazi vuoti hanno la stessa rilevanza all’interno della composizione pittorica.
Nonostante le sue opere vengano descritte come fresche e spontanee il lavoro risulta dominato da rigoroso controllo.
Così Toko Shinoda descrive il suo approccio all’arte: "Quando realizzavo copie calligrafiche di parole che amavo particolarmente come fiamma, fiume, albero e tuono, mi dispiaceva di non averle create io stessa. Provavo un’insopportabile invidia per coloro che le avevano create... Decisi che un giorno avrei dato forma alle immagini del mio cuore".
Dopo il suo improvviso seppur tardivo successo negli Stati Uniti, la Shinoda si è "ritirata" dal panorama artistico internazionale per tornare in Giappone, dove ha continuato ad accrescere la sua fama con alcuni sbalorditivi murales e i dipinti su pannelli scorrevoli per il tempio Zojoji a Tokyo. Ha ricevuto molte e importanti commissioni e le sue opere sono presenti nei maggiori musei e gallerie di tutto il mondo (Tokyo, Boston, Parigi, New York, Bruxelles, Hong Kong, Berlino, Washington).
Concludo questo post con una significativa frase pronunciata dall’artista:
"Se non si ha dentro nulla da esprimere non si è in grado di tracciare neppure una singola linea".

In sintesi:
Toko Shinoda: La linea e lo spazio

Triennale di Milano
Viale Alemagna 6
Milano

Dall’11 Marzo al 5 Aprile 2009

Orario:
Martedì – Domenica dalle 10.30 alle 20.30
Giovedì dalle 10.30 alle 20.30

Ingresso libero

Per informazioni:
Telefono: (+39) 02 724341 / (+39) 06 36915232
Email: www.triennale.it / www.italiagiappone.it

Ho apprezzato moltissimo queste opere, pur essendo profana in questo genere d’arte.
Eppure le tele di Toko Shinoda sono riuscite a trasmettermi un senso di grande energia, forse per i colori decisi utilizzati dall’artista, e allo stesso tempo di armonia ed eleganza.
Sì, secondo me "elegante" è proprio l’aggettivo che più si addice a queste opere.

Non lasciatevela scappare!
Un ringraziamento particolare all’Associazione culturale Giappone in Italia
じゃあね

Michela

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